sabato 30 giugno 2012

‘Il momento difficile del basket italiano’ analizzato da coach Stefano Michelini in un meeting promosso dal Panathlon Club “Valle del Reno”

Stefano Michelini e Mario Becca



Il 25 giugno, in un meeting conviviale organizzato dal Panathlon Club “Valle del Reno” presso l’Osteria dei Sani di Sasso Marconi, si è parlato del “momento difficile del basket italiano”. Ospite d’onore della serata Stefano Michelini, allenatore di basket maschile e femminile, già assistente di Ettore Messina in Nazionale negli anni ’90, e attuale commentatore dei principali eventi cestistici per Rai Sport; presente al meeting sassese anche Gigi Serafini, ex-pivot della Virtus Bologna e della Nazionale italiana, con cui ha disputato 4 Campionati Europei e 2 Olimpiadi (Monaco 1972 e Montreal 1976).

L’incontro è stato l’occasione per analizzare la complessa situazione del basket italiano che, tra proposte di riforma dei campionati e scontri sugli stranieri da schierare sul parquet, deve fare i conti con le difficoltà economiche delle società: diversi club della massima serie stanno infatti ridimensionando budget e progetti, e per alcuni (come Roma, Treviso, Cremona, Montegranaro e Teramo) è in dubbio anche l’iscrizione al campionato. Una fase di incertezza che si accompagna ad una generale perdita d’appeal dell’intero movimento, confermata anche dai “numeri”: la recente finale scudetto tra Siena  e Milano, trasmessa da Rai Sport, ha fatto registrare una media di circa 300.000 spettatori, mentre ad esempio in Spagna, oltre 2.000.000 telespettatori hanno seguito la sfida che ha assegnato il titolo nazionale.

Chiamati a fornire una possibile chiave di lettura del fenomeno, i due prestigiosi ospiti si sono trovati d’accordo su un punto: il globale abbassamento del livello qualitativo della pallacanestro italiana. Un problema che ha origini lontane e chiama in causa l’approccio allo sport da parte dei ragazzini che, a parere di Serafini, hanno sempre meno “fame” e non sono stimolati ad imparare e migliorarsi.

Colpa anche degli allenatori, secondo Michelini, perché nei settori giovanili è sempre più difficile trovare tecnici preparati e disposti ad insegnare basket, promuovendo una vera cultura della pallacanestro tra i ragazzi e le famiglie. Situazioni che si trascinano e vengono amplificate quando si varcano le soglie del professionismo dove, ha detto Michelini, “approdano giocatori che non hanno amore né per la maglia che indossano né per quello che fanno, circondati come sono da un ambiente ormai incapace di trasmettere passione per la pallacanestro”. Insomma, le prospettive per il nostro basket appaiano tutt’altro che rosee, anche perché - ha chiuso il coach bolognese - “oggi gli allenatori, anziché insegnare basket, tendono ad essere dei semplici ‘gestori’ di uomini, e sono sempre più condizionati dai procuratori nelle scelte strategiche di mercato”.

Gettando poi uno sguardo alla realtà bolognese, Michelini ha osservato come la Virtus, dopo aver chiuso con un’eliminazione ai play-off una stagione comunque “molto positiva”, potrà far bene “se riuscirà a ricostruire la squadra del futuro attorno a Gigli e Poeta, valorizzando i giovani di talento che ha in casa, Imbrò e Fontecchio su tutti”.

La serata si è chiusa con un appello lanciato dal presidente del Panathlon Club “Valle del Reno”, Mario Becca (già componente del Comitato regionale basket ed ex-Ufficiale di campo), contro l'inquinamento acustico delle palestre italiane: grazie anche alla collaborazione degli esperti di Audiologika, il Panathlon “Valle del Reno” intende infatti promuovere una campagna per far rispettare una disposizione prevista dai regolamenti, ed evitare così di vedere in futuro scene come quelle trasmesse in tv durante la finale tra Siena e Milano, con grandi e piccini costretti a 'tapparsi' le orecchie per non finire assordati.

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