sabato 13 ottobre 2012

Andrea De Maria, dirigente nazionale del Pd, parla delle imminenti primarie del centro sinistra.




Andrea De Maria
Cogliamo l’occasione del momento politico molto delicato per una bella chiacchierata sui temi di stretta attualità, fra cui ovviamente le primarie del 25 novembre, con Andrea De Maria, ex sindaco di Marzabotto e  ora  dirigente nazionale del Pd con la responsabilità in organizzazione e comunicazione, in occasione di una sua visita nella cittadina che egli amministrò per 10 anni.

La incontriamo a Marzabotto, che aria ha trovato ? 

“Abbiamo formato il comitato ‘Bersani’ .  L’incontro è stato molto interessante . Hanno partecipato anche  persone che sostengono la canditura di Renzi  per  una discussione. Il dibattito   è stato proficuo perché ci si è confrontati sulle ragioni a sostegno dei singoli candidati in positivo e non in negativo . Ciò è molto importante perché la discussione deve essere sul ‘ per’ e non sul ‘contro’. Una bella lezione di democrazia”.

Perché lei ha scelto Bersani?

“Penso che Bersani abbia avuto innanzitutto il merito di aver voluto queste primarie , un evento  importantissimo poiché, in un grave momento di crisi socio-economica, si è deciso di scommettere sul popolo italiano e di chiedere ai cittadini che si riconoscono nel centro sinistra, di essere protagonisti e di assumersi la responsabilità di costruire insieme il futuro del Paese.  Sono convinto che la prima risposta alla crisi sia la scommessa sulla democrazia. In questa logica sostengo da tempo nel dibattito interno al Pd e pubblicamente che anche tutti i candidati  del PD al parlamento debbano essere  scelti con le primarie”.

Perché un elettore di sinistra dovrebbe preferire Bersani ?

“Bersani è davvero uno statista e lo ha dimostrato anche in occasione del suo mandato di ministro. Poi credo che sia quello che meglio possa guidarci nelle tre grandi sfide che dobbiamo affrontare . In primom luogo , organizzare  un’Italia che chieda alla Europa uno scatto verso l’unità politica e una politica economica europea che promuova l’equità sociale. Ciò si può realizzare se nei principali paesi europei vinceranno le forze progressiste,  così che si possa  realizzare il  programma comune tra i partiti democratici e socialisti progressisti europei, sottoscritto lo scorso anno a Parigi , cui Bersani ha molto lavorato. Secondo punto, un’alleanza in Italia tra il mondo del lavoro e l’impresa,  della scuola, dell’università e della ricerca, perché si investa in occupazione e sviluppo, in particolare nella piccola e media impresa, contro la rendita finanziaria fine a sé stessa e contro l’evasione e l’elusione fiscale. Dobbiamo renderci conto che in mancanza di maggiore giustizia sociale l’Italia non uscirà da questa crisi. Su questa tematiche il Pd ha avanzato, sotto la guida di Bersani, già proposte molto precise. Terzo punto,  la lotta ai fenomeni di corruzione e di degrado morale che riguardano il sistema politico ma anche l’insieme delle classi dirigenti del paese.  In realtà servono forze politiche più forti, più radicate tra la gente che lascino definitivamente alle spalle il modello di partito plasmato su un singolo leader, modello  che ha imperato in questi  ultimi vent’anni”.

Cosa si aspetta da questa prova e dal suo candidato?

“Auspico che Bersani promuova fino in fondo un forte rinnovamento della classe dirigente nazionale del Pd. Dei passi importanti sono già stati fatti, ma è necessario  liberasi definitivamente del peso delle correnti interne per impegnare nella guida del centro sinistra chi ha dimostrato sul campo capacità e competenza.”

In questa logica sembra che lei tifi per Renzi.

“Anche io penso che in una fase storica nuova, come quella che sta per aprirsi, ci voglia una classe dirigente nuova rispetto a chi ha guidato il centro sinistra dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Penso però che questa classe dirigente si debba costruire soprattutto su un progetto che metta al centro lavoro ed equità sociale. Inoltre  che debba essere non improvvisata ma nascere dalla valorizzazione di esperienze vissute sul territorio e  che debba caratterizzarsi, non per una logica personale, ma per un impegno collettivo e per la capacità di mettere avanti  prima l’interesse generale del Paese, poi la proposta del Pd e del centro sinistra  alle pur legittime ambizioni individuali”.

Cosa dice agli elettori del centro sinistra?

“Prima di tutto, di cogliere la grande occasione di democrazia partecipando alle primarie  e votando il candidato che preferiscono e il primo modo per  farlo è iscriversi nelle tre settimane precedenti al voto all’albo degli elettori dei democratici e progressisti”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quindi lui se ne dovrebbe andare