mercoledì 12 dicembre 2012

Giovanni Favia: Emilia-Romagna, la Regione con più morti e infortuni. E crescono anche le ‘morti grigie’.





Giovanni Favia
“I dati relativi agli infortuni e alle morti sul lavoro forniti dalla Regione Emilia-Romagna sono
inaffidabili oltre che comunicati con colpevole ritardo,”  denuncia  Giovanni Favia, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, presentando una nuova interrogazione sul tema. “Per il 2011 il numero di morti sui
luoghi di lavoro colloca l’Emilia-Romagna al secondo posto in termini assoluti, dietro alla Lombardia, che però ha il doppio degli abitanti.
Il rapporto con il numero di abitanti è fondamentale per capire l'andamento di una Regione, come ben argomentato dal L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro. Questo osservatorio riesce ad elaborare statistiche in tempo, praticamente, reale. Per quale motivo la Regione ci fa aspettare un anno? Per intervenire in ritardo?”  si domanda Favia, che prosegue .  “Contrariamente a quanto si afferma nel  ‘Rapporto regionale Inail 2011 su infortuni e malattie professioni’  non ci sono stati 84 morti complessivi, ma oltre 100 e si arriva a superare i 100 se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere.
Ridicolo quindi utilizzare toni trionfalistici per dire che la sicurezza sia aumentata: a fronte di un drastico calo delle maestranze al lavoro, è assurdo dire che ci sono meno morti: il numero assoluto è
calato, quello relativo è cresciuto. Inoltre, ” spiega il consigliere,  “i dati INAIL non contengono i lavoratori senza copertura assicurativa da parte dell’INAIL, i tanti lavoratori che muoiono durante prestazioni lavorative in nero, risultando ‘invisibili’, i militari, i lavoratori appartenenti al corpo di Polizia, i Carabinieri e il personale della Guardia di Finanza, che muoiono in servizio (esenti da copertura assicurativa INAIL), che tuttavia non possono non essere considerare morti sul lavoro. In base a queste semplici considerazioni la Regione Emilia-Romagna è PRIMA PER MORTI SUL LAVORO. Negativi anche i numeri relativi alle malattie: aumentano le malattie professionali, da 3.933 a 7.153 con un più 80%, i dati riguardano la regione Emilia-Romagna dal 2007 al 2011. Nel solo 2011 rispetto al 2010, le malattie professionali hanno registrato un aumento pari all'11,4%, passate dalle 6.418 del 2010 alle 7.153 del 2011. Inoltre, poco notate ma terribili, ci sono le ‘morti grigie’, dovute ad esposizioni croniche a sostanze tossiche e cancerogene: gli studi dicono che siano 4 volte più numerose di quelle bianche. In Italia ogni anno abbiamo circa 260.000 nuovi casi e 170.000 morti per cancro: di questi, dal 4 al 10% è correlabile ad esposizioni lavorative; cioè si tratta di 7.000-17.000 casi all’anno di morti di cancro come malattia di origine professionale. Se si prendono in esame i tumori correlati all’amianto, di cui nella Regione Emilia-Romagna non si ha un censimento aggiornato, ed in particolare i mesoteliomi, sempre sulla base delle ricerche effettuate, sono attesi circa 40.000 casi fino al 2030, il cui il picco massimo sarà nel 2018. Per ogni caso di mesotelioma
osservato in un determinato ambiente di lavoro ci si deve attendere anche l’osservazione di ulteriori 2,5 casi correlati di carcinoma polmonare da asbesto. A fronte di questi numeri e di queste considerazioni, crediamo che la Regione Emilia-Romagna non stia facendo assolutamente abbastanza in termini di monitoraggio, di trasparenza sulle cifre e di impegno sulla prevenzione.”

GIOVANNI FAVIA


1 commento:

Anonimo ha detto...

Forte messaggio politico, come fan tutti, in fase di pre elezioni.
Peccato che a nessuno importi più di tanto delle morti e degli infortuni !!!!