sabato 29 giugno 2013

GLI ‘STELVIO OVER 70’ ALLA BASILICA DI SAN LUCA PER RICORDARE MAURO TALINI .





Foto prima della partenza
 Favoriti anche da un’imprevista giornata di sole, gli ‘attempati solo anagraficamente’ ciclisti Over 70 ed  il loro fondatore Giancarlo Maini, hanno pedalato in ricordo di Mauro da piazza del Nettuno a Bologna  fino alla Basilica di San Luca, insieme ad altri ciclisti del bolognese.

A dare partecipazione e consistenza alla manifestazione erano presenti  Benedetto Zacchiroli consigliere comunale di Bologna, Stefano Mazzetti sindaco di Sasso Marconi, Raffaele Ammendola  assessore allo sport del Comune di Sasso Marconi, Adolfo del Soldato  vice sindaco di Massarosa, il professor Francesco Rivelli presidente della LILT, Claudio Pesci presidente dell’Associazione Fausto e Serse Coppi, Franco Magli presidente UIPS ciclismo, il rappresentante dell’Associazione Aido di Sasso Marconi, Marta Graziani presidente AIPK Onlus, Beppe Guidotti mentore del ciclismo bolognese e Francesco e Chiara nipoti di Mauro Talini.

Dopo le foto di rito i ciclisti hanno inforcato le biciclette e hanno raggiunto con la pedalata dei ventenni il Santuario di San Luca dove  è stata  celebrata la Messa dal Rettore della Basilica di San Luca mons. Arturo Testi.
Al termine della Messa, Marta Graziani ha ricordato Mauro Talini tracciandone il profilo morale e spirituale e sportivo e, tra gli altri, ha passato parola a Giancarlo Maini, che ha consegnato al monsignore, a nome dei ‘Ragazzi di Stelvio Over 70’, una delle maglie di Mauro incorniciata e sottolineata dalla targa ‘Mauro Talini: Atleta di Dio’.

Tra le tante parole in ricordo di Mauro è emerso un comune denominatore: quando la semplicità, la purezza dei sentimenti e l’amore per la vita sono valori veri, niente e nessuno può disconoscerli. Egoismi e distorsioni ideologiche scompaiono per incanto. Mauro era tutto questo e il suo insegnamento, costruito con infinita passione e forza di volontà, non avrà mai fine.

Diabetes no limits e Povertà no limits


I ciclisti di ‘Stelvio Over 70’ si sono formati nel 2005 e la finalità che il gruppo si è dato è sintetizzato  nella scritta sulle maglie dei giovani settantenni ‘Ragazzi non fumatevi  la vita’ ed è questo il messaggio che rivolgono  soprattutto ai giovani: non sciupate la vita con droghe e altri vizi.
“Per noi che ne abbiamo vissuto una bella fetta, la grande magia della vita va apprezzata ed amata fino all’ultimo giorno che il Buon Dio ci ha riservato,” scrive il fondatore Giancarlo Maini. “Con questo spirito, il 18 giugno 2005 è stato programmato il raduno ciclistico nazionale della scalata al passo dello Stelvio riservato a ciclisti Over 70. Sulla carta una follia, nella realtà un’incredibile successo documentato da stampa e televisione. Dopo due anni di forzata inattività, ho ripreso il discorso creando un gruppo prettamente bolognese di ‘ragazzi’ over 70. Con loro, nel giugno 2008, ho scalato il Monte Grappa per rendere omaggio ai 23.000 ragazzi, per lo più ignoti, sepolti  nel grande Sacrario posto sulla cima. A loro la vita l’ha fumata l’orrore della guerra. Nel 2009 la scelta è caduta sul Piccolo San Bernardo. Siamo andati là per ritrovarci con il meno giovane della prima impresa allo Stelvio, il valdostano Franco Cuaz. Un personaggio straordinario ancora oggi in forma smagliante con i suoi 87 anni! Ma ancora tante sono state le imprese ciclistiche che abbiamo messo in campo a tutt’oggi. Cito le più significative:
Lo Stelvio nel 2010 per ricordare i 50anni della morte di Fausto Coppi
Il Gran San Bernardo nel 2011 e, tanto per cambiare, lo Stelvio nel 2012 per festeggiare i 90 anni della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Questa volta sono saliti con noi Francesco Moser e Gilberto Simoni, una giornata indimenticabile.
A contorno di queste ‘passeggiate’, abbiamo messo in campo alcune iniziative a sfondo umanitario, come la collaborazione con la LILT presso le scuole Medie in diversi comuni della nostra provincia e interventi  presso Centri di Recupero per Tossicodipendenti. Indimenticabile il viaggio a San Patrignano su invito di quella comunità: una giornata di grande gioia e commozione.  Durante il pranzo nella immensa sala della struttura, per un attimo ho creduto di sognare e quando mi sono reso conto che era tutto vero, ho avuto come unico desiderio la condivisione con quei 1800 ragazzi di una mia antica sofferenza. Per me una taumaturgica liberazione, per loro un segno di amicizia e solidarietà”.

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