lunedì 30 dicembre 2013

L'operazione rilancio della Fortitudo Bologna basket raccontata dal presidente Dante Anconetani.


Dante Anconetani e il presidente del 
Panathlon 'Valle del Reno' Mario Becca.

Da Gluaco Guidastri.

Il tradizionale incontro conviviale di fine anno organizzato dal Panathlon Club ‘Valle del Reno’ è stato dedicato al basket bolognese, e a quello fortitudino in particolare. L'ospite d'onore della serata è stato infatti il presidente della 'Fortitudo Bologna 103', Dante Anconetani. Dopo il virtussino Renato Villalta, anche il suo 'alter ego' fortitudino ha dunque accettato l'invito del presidente del Panathlon “Valle del Reno”, Mario Becca, e al Ristorante ‘L'Oasi’ di Sasso Marconi ha parlato dei progetti della società, da poco ‘rinata’ e tornata all'attività agonistica, e delle strategie per riportare nel 'basket che conta' una delle 'nobili decadute' della pallacanestro italiana. 

L
'uomo chiamato a risollevare le sorti della Fortitudo Bologna arriva da Pavia ma ha origini abruzzesi. Dante Anconetani, un passato da atleta di buon livello, dell'Aquila è stato un giocatore tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 (tre i campionati disputati con la casacca biancoblù), e dal maggio scorso ne è il presidente. Fortemente voluto dall'amico ed ex-coach fortitudino Marco Calamai, garante dell'operazione di rilancio della gloriosa squadra bolognese, Anconetani ha dunque fatto ritorno sotto le Due Torri dopo trent'anni, abbandonando la “sua” Pavia, dove aveva chiuso la carriera agonistica (allenato proprio da Calamai) e gestiva ora un ristorante. “Ma quando è arrivata la chiamata di Marco non ci ho pensato due volte e ho detto subito sì, anche perché non ho mai smesso di tifare Fortitudo. Confesso che In un ritorno a Bologna ci ho sempre sperato, ma non avrei mai pensato di farlo nelle vesti di presidente della squadra che ho portato nel cuore in tutti questi anni”.

Probabilmente, però, Anconetani non avrebbe mai immaginato di ritrovare la Fortitudo tra i dilettanti. Ora, con l'insediamento della nuova dirigenza, quella che verrà ricordata come la parentesi più buia della storia fortitudina sembra definitivamente chiusa.
L'ex playmaker e attuale presidente biancoblù ha spiegato come il processo di ricostruzione della società sia iniziato dalle fondamenta, ovvero dal settore giovanile: “Siamo ripartiti da zero, qui non c'era più nulla... Oggi abbiamo 5 formazioni giovanili, ma non ci fermiamo qui: ci piacerebbe infatti creare una sorta di 'squadra satellite' in provincia e ottenere la gestione di una palestra in cui far allenare e giocare le nostre giovani leve”.

Passando alla prima squadra, Anconetani ha messo in chiaro le cose, dicendo come l'obiettivo sia quello di “fare tutto il possibile già quest'anno per tornare tra i professionisti: ci proveremo, anche se non sarà facile”. Ma nemmeno impossibile: la Fortitudo si trova al secondo posto, a un passo dalla vetta; a spingerla verso l'alto c'è il calore dei suoi 3.000 abbonati (addirittura più di quelli della storica rivale cittadina, la Virtus: niente male per una squadra di A dilettanti...) e un mercato che può regalare quelle pedine in grado di rendere ancora più competitiva la squadra. “L'idea è di inserire nel roster due nuovi giocatori: un lungo e un tiratore. Cerchiamo un giocatore con tanti punti nelle mani e un pivot che non abbia la pretesa di avere un minutaggio alto, ma che ci possa dare una mano quando serve, ovvero contro avversari di peso”.

Insomma, dopo aver ritrovato il marchio (“ci è stato concesso l'utilizzo dello stemma Fortitudo per le divise sportive, ma non per il merchandising, dove occorre attendere la fine del procedimento giudiziario tra Sacrati e la Casa Madre”, ha spiegato Anconetani), il vecchio amato Paladozza e un presidente apprezzato dai tifosi, ora la Fortitudo deve tornare a vincere.  “L'obiettivo è riportare la squadra là dove merita di stare, ovvero nella massima serie, e tornare a giocare il derby con la Virtus. Non dobbiamo però illudere i tifosi, facendo credere che siano tornati i tempi di Seragnoli, in cui c'erano grandi possibilità economiche, si giocavano le finali scudetto e si faceva l'Eurolega. Quello è un capitolo chiuso e, sotto un certo aspetto forse è meglio così, perché in questo modo si finisce con il disperdere lo 'spirito' che ha sempre contraddistinto questa squadra, che è quello di lottare, non mollare mai, dare il 101% per la maglia: ecco, sotto questo aspetto posso promettere che non deluderemo mai il nostro pubblico”.

Non c'è che dire: se i tempi di 'Basket city' sono forse destinati a restare un piacevole ricordo, il conto alla rovescia per una nuovo, combattutissimo, derby di Bologna è già iniziato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

non ce la potete fare!
Virtus forever!