lunedì 30 giugno 2014

I giovani etruschi di Marzabotto hanno ripreso possesso della loro città.


Paola Desantis e Cristina Piacenti

Gli studenti di Marzabotto sempre più protagonisti della storia della loro cittadina, sia quella più recente caratterizzata dai tragici eventi di Monte Sole durante l’occupazione tedesca, sia quella più remota il cui momento più esaltante fu il periodo etrusco del quinto e sesto secolo avanti Cristo concretizzatosi con la fondazione della mitica città di Kainua.
Questa presenza, indagata in modo profondo fin dall’ottocento, riserva ancora sorprese: proseguono  gli scavi che portano alla luce particolari e reperti sempre attraenti e importanti della vita di questa città, la cui economia era caratterizzata dalla produzione di manufatti esportati principalmente nel centro Europa. 
Gli abitanti di Kainua
L’arrivo dei bellicosi Celti inibì agli etruschi la percorribilità delle vie che portavano alle Alpi e rese inutile la produzione  poiché non vi era più sbocco commerciale. Kainua si spense lentamente lasciando un grande ricordo e tante testimonianze poiché non fu devastata , ma abbandonata. E’ quindi rimasta intatta la traccia dell’impianto residenziale e produttivo e quanto i Romani seppellirono, ed è tanto, nell’intento di riorganizzare la bella ampia piana in azienda agricola, cui dettero il nome di Misa.  Toponimo giunto fino  a noi e attribuito inizialmente alla città etrusca,  prima che gli scavi riportassero alla luce i reperti che hanno permesso di individuare il nome etrusco della città.

Ma torniamo ai nostri studenti. 

Rita Filippini
Guidati dai loro insegnanti, istruiti da capaci coreografi e con il supporto storico-scientifico della archeologa Paola Desantis, hanno preparato e presentato nell’area museale  una commedia, scritta dalla professoressa Rita Filippini, che racconta in chiave umoristica la possibile storia  di un  vaso della città etrusca, ridotto in cocci e divenuto importante reperto per gli archeologi. Il racconto spiega che il bel cratere greco, ricomposto con molta attenzione e cura dagli esperti,  non fu ridotto in pezzi per il passaggio del tempo ma per una lite fra marito e moglie.
La presentatrice


La sposa di un ricco possidente etrusco, in competizione con le amiche nel presentarsi ricca e coccolata dal marito, pretese in dono un costoso manufatto d’importazione. Il marito però, per risparmiare, ne acquistò uno con un ‘piccolo e ben nascosto’ difetto, nascosto però non tanto da impedire alla destinataria del dono di accorgersene. La storia finisce con l’arrabbiatura della donna e la rottura in testa al marito taccagno del bel ‘cratere greco’ .  Storia affascinante che vuole anche spiegare  che poco è cambiato da allora ai giorni nostri.





Il buffet del terzo millennio
A dare ulteriore interesse alla giornata al museo di Marzabotto, si è aggiunta la coinvolgente  visita all’area archeologica, guidata dalla dottoressa Desantis. I rievocatori storici hanno indossato per l’occasione gli abiti di alcuni personaggi realmente esistiti (sono 15 i nomi di cittadini etruschi di Kainua individuati nelle scritte ritrovate) e che avevano una funzione precisa nella organizzazione della cittadina etrusca. Essi sono ‘rinati’ per questa  giornata e hanno eseguito le cerimonie o gli atti consueti che erano chiamati a fare  25 secoli fa. L’archeologa ha illustrato ai presenti ciò che il revocatore stava facendo e ha spiegato nel contempo l’organizzazione sociale, politica, militare  e religiosa dell’antica città.
Il buffet etrusco
La bella giornata ha avuto un piacevolissimo intermezzo durante il quale i visitatori hanno potuto gustare gli stuzzichini ‘etruschi’  del buffet offerto dai rievocatori e quelli della gustosa merenda preparata dall’agriturismo ‘La Quercia’ di Marzabotto  e finanziati dal Comune, ente  rappresentato  dall’assessore Cristina Piacenti che ha detto. “Il Comune partecipa con molto interesse a queste iniziative poiché incrementano l’attenzione di un largo pubblico per la città di Marzabotto.  Conoscere il passato, tutto anche il più remoto, aiuta  ad affrontare il futuro con più sicurezza. Sapere da dove vieni aiuta a scegliere in modo consapevole dove si vuole andare”. 










I coreografi

Il pane etrusco


 rievocatori 



L'Ora Blu di Stefano Cattani al 'Magazzino' di Pioppe.



Di  Paolo Giuffrida

Mercoledì prossimo,  2 luglio,  alle 21.30, nel ‘Magazzino della Socialità e Cultura di Pioppe’, al secondo binario della stazione ferroviaria di Pioppe, verrà proiettato il film ‘L’Ora Blu’ di Stefano Cattini:

Questa la sinossi del film che verrà proiettato:

Ilario  è chiamato a trasferirsi in un isolato podere della maremma toscana dove ad attenderlo ci sono quindici galline, sette cavalli e un audace piano ideato da Irma, che prevede che lui stesso si occupi della costruzione di un ambizioso e strambo villaggio nascosto nel bosco.
Il protagonista , un po' per sfida e un po' per amore, è disposto ad accontentarla, nonostante il progetto non preveda un punto di arrivo e non tenga in minima considerazione il fatto che entrambi presto compiranno ottant'anni.
Quando però, all'avvicinarsi dell'inverno, lei gli chiederà di occuparsi della costruzione di una tenda mongola sospesa su un palo alto sette metri, l'amore per Irma sarà messo a dura prova.


Gli appuntamenti cinematografici al Magazzino proseguiranno :

MERCOLEDI' 16, con ‘VIVERE SENZA SOLDI’,  di LINE HALVORSEN,
 e
MERCOLEDI' 23 LUGLIO, con  ‘1 MAPPA X 2’, di DANILO CARACCIOLO E ROBERTO MONTANARI.   




Monzuno. In luglio corsi di tennis.




L’assessore alla cultura del comune di Monzuno, Ermanno Pavesi, informa. 





Anpi. Concorso fotografico su 'Uguaglianza e Legalità'.



Il comune di Sasso Marconi informa.

E’ stato indetto un Concorso fotografico a premi sul tema ‘Gesti di Uguaglianza e Legalità’,   con esposizione, votazione e premiazione delle foto il 25 luglio, durante la ‘pastasciutta antifascista’ al Borgo di Colle Ameno a Pontecchio  Marconi.

La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. 



Le ‘stragi della vergogna’ in un libro dell'avvocato Andrea Speranzoni.



     
Di Giulia Mariano

 
E’ in distribuzione il libro ‘Le stragi della vergogna. Aprile 1944. I processi ai crimini nazifascisti in Italia’ della ‘avvocato Andrea Speranzoni.
 L’autore, difensore di numerose parti civili nei processi di stragi, affronta le tematiche del difficile rapporto tra verità giudiziaria e memoria pubblica ed entra nelle pieghe dell’oblio e della sua gestione attraverso lo strumento della segretezza.
 Il volume, pubblicato da ‘  Editori Internazionali Riuniti’,  inaugura la collana ‘ SEGRETI DI STATO’, diretta dallo stesso Speranzoni e da Silvia Buzzelli, nata con l’obiettivo di gettare luce sulle numerose pagine della storia italiana rimaste oscure o irrisolte.
 
I saggi ospitati dalla collana contengono documentazioni inedite su stragi, processi penali tardivi, insabbiamenti della verità, depistaggi, episodi di terrorismo interno di varie matrici, faticosi percorsi di affermazione del diritto alla verità che incidono nell’interpretazione di alcuni snodi complessi della vita pubblica italiana. Eventi ancora non raccontati e accaduti negli ultimi due decenni, che nascono e maturano lungo l’arco della storia repubblicana, condizionando ancora il presente.
 
Andrea Speranzoni,nella sua pubblicazione indaga il rapporto tra segretezza e trasparenza delle decisioni, rovistando nelle pieghe più nascoste dei crimini nazifascisti commessi in Italia nel 1944. Si affronta il delicato tema dell’Armadio della Vergogna e degli effetti che l’occultamento di centinaia di fascicoli di indagine insabbiati nel 1960, anno del boom economico, ha prodotto nel faticoso percorso della Giustizia, nella storia di migliaia di vittime civili e della società italiana.
 
Le pagine di Speranzoni danno voce alle vittime, al loro racconto che da ricordo, attraverso l’esperienza di giustizia, diviene memoria pubblica. C’è anche la voce dei nazifascisti.
 
PER LA PRIMA VOLTA VENGONO PUBBLICATE DECINE DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE DEGLI EX NAZISTI intercorse tra il 2006 e il 2008, che hanno consentito di ascoltare il loro pensiero a distanza di decenni e di inchiodare alcuni di loro alle responsabilità penali per i crimini di massa allora compiuti. 
 
La prefazione al testo è stata curata da Carlo Smuraglia, presidente dell’ANPI nazionale, la postfazione da Marco De Paolis, Procuratore militare della Repubblica di Roma.