mercoledì 22 ottobre 2014

Sasso Marconi: bomba d'aereo inesplosa rinvenuta nel centro cittadino.


Foto di repertorio

Una bomba d’aereo, pericoloso e voluminoso  residuo bellico dell’ultima guerra mondiale, è stata ritrovata in pieno centro a Sasso Marconi. A fare il ‘brutto incontro ’ sono state le ruspe impegnate a preparare il terreno per la costruzione di una nuova casa in Viale Nuovo.
Gli operatori stavano affossando le ‘benne’ nel terreno per fare posto alla base dell’edificio, quando hanno avvistato la grossa massa metallica. Hanno immediatamente sospeso l’attività e avvertito gli organi competenti.
Sul posto sono intervenuti questa mattina gli artificieri che, dopo aver verificato che si trattava di un ordigno inesploso, hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area e a ricoprire l’ordigno in modo tale da non essere raggiungibile .

Ora, come da prassi, in Prefettura si dovrà decidere quando e come intervenire. La bomba infatti si trova all’interno dell’abitato in zona densamente residenziata. L’intervento per disarmare l’ordigno, trasferirlo in un luogo sicuro per farlo brillare, sarà certamente impegnativo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si usa più, la bonifica bellica?

Anonimo ha detto...

E’ una bomba antifascista? Andrebbe messo un cippo con relativa celebrazione annuale oppure il terreno andrebbe donato agli “alleati” per edificare una mini base a ricordo, magari per la Eurogendfor a difesa della nostra democrazia.
E’ una bomba contro popolazioni civili inermi, disarmate e innocenti? Andrebbero chiesti i danni al Nobel per la pace “abbronzato”.
E’ una bomba che non è caduta dal cielo ma è nata lì e ce ne sono tante ancora in giro? Andrebbe messa una bella soprattassa sui lavori di scavo e movimentazione terra, tanto di case, di strade, di supermercati, di capannoni e di ponti ne abbiamo già il doppio di quelli che servono.

Anonimo ha detto...

anonimo ore 12 .ma cosa dici . come si fa a scrivere cose del genere. siamo messi veramente male non meriterebbe nemmeno una risposta

Anonimo ha detto...

Per anonimo del 23 ottobre ore 12:00 POTEVI NON PERDERE DEL TEMPO PREZIOSO PER SCRIVERE STE BOIATE!

SCHEGGE ASSASSINE ha detto...

Gentile Fabbriani, il Suo articolo rievoca una bonifica bellica eseguita, forse nel duemila o dintorni all’interno dello stadio della Sua città. Grande, un campo abbastanza grande. La prima fase del nostro lavoro, la bonifica detta di superficie, riconsegna centinaia e centinaia di piccole schegge. I giorni passavano i secchi si riempivano di quei piccoli, diabolici frammenti di ferro. Un giorno nei pressi della tribuna lo strumento di superficie indica la presenza di un oggetto metallico. Seguo il segnale, è lungo forse una tubazione. Infatti la risposta strumentale era posizionata tra un tombino ed una struttura in cemento armato, forse un servizio o qualcosa del genere. Tuttavia c’era qualcosa di strano tra quel tubo interrato e l’indicazione della strumentazione rilevatrice in uso. Come se il tubo in un punto esatto, preciso del terreno, aumentasse bruscamente le sue dimensioni per poi diminuirle sempre repentinamente dopo un paio di metri. La vicenda apparve strana, forse un giunto ? In ogni caso informo il mio capo cantiere di quei tempi, il quale prendendo atto del mio dire decide d’approfondire la vicenda durante la seconda fase della bonifica, vale a dire quella rivolta all’indagine per mezzo di carotaggi a profondità superiori al metro. Nei giorni successivi l’azienda mi trasferisce forse a Orciano Pisano o chissà dove, in ogni caso prima d’andare via, per mezzo di una bomboletta spray indico a chi resta il pinto esatto dei miei dubbi. Passano due settimane ricevo una chiamata: < Giò quella che hai sentito è una bomba d’aereo da 500 libbre ed è anche antirimozione>. Tempo dopo incontro Roberto il collega, il quale racconta di una bomba posizionata in verticale proprio sotto il tubo dell’acquedotto. Stima e simpatia Giovanni Lafirenze

Anonimo ha detto...

NEGLI ULTIMI GIORNI DI GUERRA SOPRA SASSO E VALLE DEL RENO FU SCARICATO UN INNUMEREVOLE QUANTITATIVO DI ESPLOSIVO. IL MOTIVO ERA LOGISTICO ED ECONOMICO: NELLE BASI STANZIATE IN TOSCANA E SARDEGNA C'ERA TANTO ESPLOSIVO E NON CONVENIVA RIPORTARLO INDIETRO. ERA MENO ONEROSO SGANCIARLO. IL TUTTO PER PREPARARE L'ATTRAVERSAMENTO DEL RENO ALLA VI ARMATA SUDAFRICANA. IMMAGINATE COSA ABBIAMO SOTTO I PIEDI?? NICOLA N.