lunedì 19 ottobre 2015

Sasso Marconi non è 'riciclone' ?


Un lettore ha inviato l'indirizzo di un articolo nel quale si riporta l'elenco delle comunità cittadine 'più riciclone'. In Emilia è Parma la città con il maggior volume di rifiuti raccolti in modo riciclabile. Monte San Pietro è inserito nell'elenco. Manca invece, ed è una sorpresa, Sasso Marconi, che pure fa della raccolta differenziata un primato e un dato di cui vantarsi.

Il lettore chiede: “ Fabbriani, dov'è Sasso Marconi?”

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/10/19/news/comuni_ricicloni-125428859/

3 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè non lo chiedi al paladino del riciclaggio,brutti ma buoni, spreco 0, km 0,raccolta differenziata, illuminazione intelligente, e anche sta......

Montumiano ha detto...

Semplicemente, la statistica in questione, elaborata da una associazione di volontariato, si basa sui dati inviati volontariamente dalle amministrazioni comunali.
I dati ufficiali sono altra cosa e vengono raccolti e pubblicati dalla Regione e da ATERSIR (quella che una volta era l'ATO).
Un tempo, ci si concentrava sull'erogazione dei servizi e sulla loro ottimizzazione (con risultati più o meno buoni), percui non si mandavano i report alla associazione in questione, perchè la loro compilazione era onerosa e sottraeva tempo-lavoro ad altro. Questa anche se la pubblicizzazione dei dati di Sasso avrebbe fatto un figurone. Infatti confrontando i dati dei comuni ricicloni (per quello che valgono, raccolti in quel modo) Sasso e i Sassesi avrebbero fatto un figurone.
Ora, con la "nuova gestione", mi meraviglio che non si sfrutti anche questa occasione per costruire un po' di immagine. Forse perchè non è possibile pubblicare sul report i selfie?
Pierpaolo Lanzarini

GhinodiTacco ha detto...

Occorre più che altro capire in "quale"modalita siano divulgati i dati. i materiali raccolti in maniera differenziata vengono inviati ad impianti che si occupano della selezione delle tipologie più ricercate e remunerative per il mercato del riciclo. Gli scarti spesso vanno ad alimentare i termovalorizatori sempre più affamati dal calo pro capite dovuto alla crisi socioeconomica. Quindi sarebbe corretto avere percentuali risultanti dal pretrattamento in uscita dagli impianti di lavorazione, e non al cassonetto dalla semplice sottrazione dell'indifferenziato dal totale raccolto. da ultimo, anche quanto differenziabile e' presente nell'indifferenziato darebbe il livello di cultura di una comunità