lunedì 18 aprile 2016

PARTO D’URGENZA ALL’OSPEDALE DI VERGATO: “LA REGIONE RIAPRA IL PUNTO NASCITE DI PORRETTA”.


Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, ha presentato una interrogazione sul caso della donna che ha dato alla luce il proprio bimbo a Vergato dopo essere stata dimessa dall’ospedale Maggiore di Bologna. Le precisazione della interrogante:
 
 
Non si può lasciare che i parti di donne che abitano in montagna siano lasciati in balìa del caso o legati al buon senso dei medici. Quello che è successo nei giorni scorsi a Vergato, e che puntualmente si verifica da tempo anche in altre zone della nostra regione, dimostra come i punti nascita della montagna siano fondamentali e che per questo quelli che sono stati chiusi, come quello di Porretta, devono essere riaperti al più presto”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, dopo il caso della donna residente sull’Appennino bolognese costretta a partorire in condizioni di emergenza all’ospedale di Vergato dopo che il giorno prima era stata dimessa dall’ospedale Maggiore di Bologna. “Quello che è successo è francamente surreale e di una gravità inaudita – spiega - Noi non vogliamo in nessun modo mettere in discussione l’operato dei medici e degli operatori sanitari ma questo episodio conferma tutto quello che noi sosteniamo da tempo, ovvero che non si possa continuare a mettere a repentaglio la vita delle donne e dei loro bambini con la chiusura dei punti nascita in montagna. L’episodio di Vergato è solo l’ultimo di una lunga lista. Un mese prima, a marzo e sempre a Vergato, un bimbo prematuro ha rischiato di venire alla luce proprio nell’ambulanza che trasportava lui e la mamma all’ospedale Maggiore di Bologna: in quell’occasione il parto è avvenuto pochi minuti dopo l’arrivo della donna in sala parto che era stata prontamente allertata dal personale del 118. Ma in questi casi non si può continuare ad affidarsi per sempre alla professionalità degli operatori sanitari che sono pronti ad ogni emergenza. Certe responsabilità devono essere assunte da un ginecologo e un’ostetrica che hanno alle spalle anni di esperienza, come è giusto che sia”. Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede alla Giunta anche conto della convenzione con un albergo bolognese nei pressi dell’ospedale Maggiore e che subito dopo la chiusura del punto nascita di Porretta era stata annunciata dall’Asl come un servizio di ospitalità a disposizione delle partorienti provenienti dalla montagna. “Oggi l’Asl dice che quel servizio non esiste più, un’autentica beffa per chi una volta poteva contare sul punto nascite di Porretta e che invece oggi ha come unica alternativa quella di percorrere oltre 50 km in auto per raggiungere Bologna - conclude la Sensoli – A questo punto, visti i tanti episodi critici che si stanno verificando, chiediamo alla Giunta di riaprire in via sperimentale il punto nascita di Porretta. Basta far correre rischi inutili alle future mamme e ai loro bambini”.
 
 
 


1 commento:

Anonimo ha detto...

Chiedete se il futuro sindaco di alto reno terme rabboni se nè interessò quando la regione decise di chiudere il punto nascite.