giovedì 23 febbraio 2017

Quel che bolle nella 'pentola Appennino'.



Con il titolo 'quel che bolle in pentola', Pietro Vicinelli di Grizzana Morandi ha inviato un suo 'tentativo di sintesi' per chi vuol riflettere sullo stato dell'Appennino quale area destinata all'agricoltura e all'allevamento di bestiame. A una grande amarezza per un degrado che pare non avere fine, si aggiungono 'alcune ipotesi' che danno speranza. Certo chi ha puntato sul ripopolamento dei selvatici per ridare presenza in Appennino non ha valutato il contrasto e l'appesantimento che ne avrebbe avuto la produzione agricola. La montagna è generosa di qualità e non di quantità. Se a questo handicap , essendo il prodotto agricolo venduto a peso, si aggiungono i costi elevati per una difesa efficace dai selvatici, coltivare in Appennino diventa proibitivo e proibitivo purtroppo lo è diventato nell'indifferenza generale e nei ripetuti annunci di politici e amministratori pubblici di operare per ridare economicità all'area montana. Pochi pionieri sperano si possa finalmente toccare il fondo per ridarsi la spinta e risalire.

QUEL CHE BOLLE IN PENTOLA di Pietro Vicinelli

.....PROVO a fare una  SINTESI ( specie per chi non ha partecipato e collaborato ormai da più di un anno, agli incontri – dibattiti e mini convegni)   sui problemi in Appennino, in particolare a quelli dell'agricoltura
L' Agricoltura è agonizzante, se non morta.... parliamo dell'Appennino Bolognese. Negli ultimi 8 anni un ulteriore 50% di aziende ha chiuso i battenti....un po' tutti sono d'accordo sulle cause che proveremo poi ad analizzare....gli allevamenti bovini  in alcune zone  azzerati totalmente da almeno 20 anni  ( Monteacuto Ragazza da 1000 a zero ,  Prada / Tavernola da 800 /1000  a zero ,,,,l'intero comune di Grizzana da oltre 4000 a meno di 100....!!! Altrettanto per ovini, caprini, suini, per fare qualche esempio)
 Le più comuni coltivazioni rimaste: il  grano, pur se vendibile,  non fa reddito  (il costo ormai supera il ricavo); il fieno ormai invendibile anche perchè infetto dallo sterco, dal rugamento e dal calpestio degli ungulati..... Dappertutto vediamo balloni a marcire....
Nessuna soluzione viene dalle associazioni agricole.....ma molti ormai concordano che, e qualcuno timidamente ci prova, esisterebbero coltivazioni da reddito  ( che andremo a indicare …),   ma è stato individuato da tutti  l' ostacolo principale individuato nella situazione disastrosa provocata dalla presenza della FAUNA SELVATICA  : cinghiali, caprioli, cervi, lupi, istrice, corvidi....( tutti introdotti artificialmente e forse illegalmente ..)   ..che ha dato per davvero il  COLPO DI GRAZIA  all'intera AGRICOLTURA...!!!

Grande entusiasmo  ha creato il progetto  MELAROSAROMANA. Oltre 150  piccoli coltivatori hanno dato l'adesione alla iniziativa messa in campo per salvare le piante ormai rarissime  rimaste e per fare  nuovi impianti con  tecniche  ormai supercollaudate  in tutto il mondo ...(innesti su ceppi nanizzanti M9, M26, M111....che entrano in produzione subito con alte rese...)

Visite ripetute nel Tirolo del Sud ,nelle Marche, la collaborazione con vivaisti  e   tecnici della Universita' di Bologna con analisi del  DNA   di ogni pianta inventariata.....e un sopralluogo per una intera giornata  di gran parte del nostro Appennino dei più famosi esperti del trentino  (Kaneppele  & C.)  che hanno dato una sentenza gratificante e più che incoraggiante " voi non avete  terreni per le mele voi avete il Paradiso delle mele"... Ciò ci ha davvero caricato.......!

In tanti sarebbero pronti a partire . Sono stati fatti sommari" businnes plans",  abbiamo sperimentato e fatto conoscere per la prima volta , con successo immediato, il succo di mela in fustini, da 5 o 3 litri,  a  lunga conservazione e ormai anche i bar  ce li richiedono.....,abbiamo ordinato ormai oltre 4000 piante per piccoli esperimenti......Ma tutto il progetto è fermo per l'onere obbligato e costosissimo dei recinti.. (13 000 a 15000 euro x ettaro...)   purtroppo indispensabili per tener fuori cinghiali cervi caprioli ecc....
Stesso problema per le altre coltivazioni possibili meli ,peri di antiche varietà e non , viti da vino o  da tavola tipo ciliegiolo o sasselas, orticole di qualsiasi genere  e cosi per qualsiasi altro prodotto di vero pregio... per esempio zafferano .
E pure per il farro e i grani antichi che già  con successo alcuni pionieri stanno sperimentando, o con la medica daseme ( 450 € al Ql. ...! ) sempre con il rischio di perdere il 50% e taluni anni il 100% del raccolto...!!!
Perfino l' ormai affermato marone biondo, dopo oltre 30 anni di innesti ( se davvero risultasse superato il problema " vespa cinese" ), va in malora  per un 50/80%  per lo stesso problema...
Pare si salvino in parte alcune officinali , pure previste nel progetto, comunque compromesse da rugamento e calpestio,  ( ricordiamoci che un intenso calpestio secondo studi Universita' di Modena rende sterile o comunque infertile il terreno...)
Aggiungiamo che le normative locali ,regionali  sono spesso cervellotiche, al limite del ridicolo o della follia... ( ..cava abusiva se un aratro estrae un grosso sasso, svincolo idrogeologico per qualsiasi operazione ,      SCIA perfino per recintare un campo anche se tutti i TAR d'Italia sentenziano che " non trattasi di opera edile ne' di inizio di attività...." progetto dettagliato ,domanda variazione d 'uso + parere delle belle arti per l'impatto ambientale/paesaggistico  per
trasformare un castagneto in maroneto...!!!
   PER ULTIMO segnaliamo che, anche per superare alcuni di questi ostacoli, ci viene suggerito / raccomandato di trovare qualche imprenditore, anche non agricolo, ma consapevole che la terra è un valore e può dare ottima resa  e accompagnarlo a fare un impianto leader di almeno 5/6 ettari che abbia un impatto visivo e di risonanza  sul territorio,  anche per l'aspetto creazione posti di  lavoro/ reddito ecc e diventare in breve  un esempio da  riproporre e copiare....AMEN...!

HO dimenticato un suggerimento recente  :far partire una o più" start up" ....che roba è...come si fà...???
costituire  l'assoc/consorzio o altro con progetto esecutivo è l'urgenza dei prossimi giorni... auguri

UN SALUTO CORDIALE Pietro

PS: ho trascurato altre questioni e temi che speriamo di affrontare con successo se sapremo far squadra e muoverci uniti collaborando con chi ha analoghi interessi e magari maggiore esperienza.. (riferito a Salviamol'agricoltura a cui pure inoltro il testo)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Pietro si e' davvero informato... a lui auguri di riuscita