domenica 18 giugno 2017

L'Appennino merita la ripresa, le possibilità ci sono.

Con il 'benvenuto' di una delegazione di lavoratori della Menarini che voleva incontrare Claudio De Vincenti, Ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno, per ricordargli le promesse a favore del trasporto pubblico e la situazione in cui si trova l'azienda, si è tenuto oggi a Sasso Marconi il convegno 'Quale futuro per la Montagna' promosso dal gruppo PD della Camera dei deputati.

Hanno relazionato Stefano Mazzetti, sindaco di Sasso Marconi, Virginio Merola, sindaco Metropolitano di Bologna, gli assessori regionali Paola Gazzolo e Roberto Poli e i deputati Gianluca Benamati, Enrico Borghi, Andrea De Maria, Marilena Fabbri. Inoltre i sindaci di Pianoro, Gabriele Minghetti e di Alto Reno Terme, Giuseppe Nanni.
Interessanti le relazioni da cui è risultato che risorse per l'Appennino sono state stanziate e disponibili in buona quantità. E' in arrivo la banda larga, quale strumento essenziale di supporto agli operatori: entro 4 anni dovrà coprire il 100 % del territorio. Già in questo 2017 sono in corso interventi in 83 comuni, di cui il 52 % in montagna. L'assessore Gazzolo, dopo aver ricordato che il 10 % della popolazione regionale risiede in montagna, di questo il 14 % opera in agricoltura, il 35 % nell'industria, 11 % in edilizia e il 38 nel terziario, principalmente nel turismo e la percentuale rimanente in altri settori, ha precisato che la Regione e impegnata a fare tutto il possibile perchè si inverta l'attuale andamento verso lo spopolamento.

Il bosco va coltivato” ha aggiunto Giuseppe Nanni elencando le necessità della montagna, chiarendo che è doveroso finanziare la filiera della legna.

L'onorevole Fabbri ha posto l'accento sull'attuale sistema amministrativo sostenendo che si deve fare sistema e collaborare. “Le unioni e le fusioni dei comuni sono gli strumenti adatti”, ha detto. “In Italia sono già 535 , molte però sono solo sulla carta e non funzionano. Il tema va quindi approfondito. Le fusioni debbono essere strategiche per essere durature e risolutive e non avviate al solo scopo di vedersi assegnate le risorse previste in caso di fusione”.
Il tema delle fusioni e dell'organizzazione amministrativa montana è stato ripreso anche dall'onorevole De Maria il quale ha giudicato essenziale: “Operare in modo efficace per i territori creando le condizioni per un lavoro di rete istituzionale con la montagna al centro. Avviare una collaborazione fra le diverse istituzioni al fine di sollecitare una progettualità complessiva che rende possibile 'intercettare' le varie risorse presenti”. A tal proposito ha portato ad esempio la valle del Reno che ospita attrattive come il polo marconiano di Sasso Marconi, la città etrusca di Marzabotto, il parco di Monte Sole, la Rocchetta Mattei e le Terme di Porretta, realtà a se stanti e per questo anche 'deboli'.
Insomma le risorse, regionali, statali ed europee ci sono. Vanno utilizzate.
Notizia attesa, portata dall'onorevole Benamati, e che ha soddisfatto la platea , l'Enea di Castiglione dei Popoli starebbe per diventare la stazione appaltante per la realizzazione di un importantissimo particolare di un progetto di interesse mondiale per l'energia. Ciò, ha detto il sindaco di Castiglione, potrebbe cambiare la vita della cittadina, oltre che per il valore occupazionale che porta, anche per l'interessantissimo indotto che ne deriva. Ma alle buone notizie se ne sono aggiunte altre meno buone. Il sindaco di Lizzano in Belvedere, dopo aver ricordato la crisi del turismo in alto Appennino, ha denunciato la situazione difficile in cui si trovano i proprietari di seconde case, spesso anche disoccupati per la crisi dell'industria montana. Questi hanno la case sfitte, ma si trovano a dover pagare un'IMU elevata il cui introito per il 50 % va allo Stato. Questi poi li utilizza per finanziare per esempio la Città Metropolitana che poco ha a che fare con l'alta montagna. Quindi al 'danno' si aggiunge la beffa. Di solo danno ha parlato invece Luigi Epifani consigliere di minoranza 'Comunità e Territorio' di Monzuno riferendosi alla valle del Setta, definendola 'sedotta e abbandonata'. Lusingata per le opere che avrebbero dovuto affiancare la realizzazione della Variante di Valico, la valle soffre ormai da otto anni per i lavori incompiuti: il casello di Rioveggio e la 'paventata' realizzazione della tangenziale di Vado da ottenere riutilizzando il tratto di autostrada che affianca il caseggiato. Si è cambiato idea e si è deciso la naturalizzazione del tracciato abbandonato. Intanto Vado da una pessima immagine di se', ha sottolineato.

Infine il ministro ha concluso l'incontro dando al tema trattato una visione nazionale considerando la ripresa dell'Appennino una delle condizioni per la ripresa nazionale. “ Come la ripresa del mezzogiorno è una condizione essenziale per la ripresa del paese, il recupero economico dell'Appennino è condizione essenziale per l'equilibrio territoriale nazionale”.


 
 





 Foto di Fruttuoso Zucchini

1 commento:

Anonimo ha detto...

di solito nell epalle di vestro circolano delle pallette bianche.