sabato 15 luglio 2017

Anpi Marzabotto a Battistini: “Rimuovere il dolore è un normale processo di sopravvivenza, ma dimenticarne le cause è un errore da non commettere.”

Anche la replica di ANPI Marzabotto, in risposta alle recenti affermazioni del consigliere Battistini, non si è fatta attendere.

Il direttivo dell'ANPI marzabottese scrive infatti:

Abbiamo appreso dagli organi di stampa di un recente comunicato del consigliere Battistini in cui si lamenta del recente pronunciamento del sindaco Romano Franchi in merito alla proposta di legge Fiano.
SIAMO SERI??” si chiede nel suo comunicato. Abbiamo pensato molto circa l'opportunità di questa risposta, perché non ci importa la polemica politica, ma crediamo che le affermazioni fatte rappresentino a pieno i tempi bui che stiamo vivendo. Noi rispondiamo per la storia che rappresentiamo e per quel che sentiamo profondamente di dover dire, non tanto all'estensore di tale comunicato ma ai cittadini di Marzabotto.
Noi non siamo seri, siamo serissimi e anche molto fermi nel dire che l'antifascismo è un valore fondante del nostro paese ed il comunicato di cui sopra dimostra una volta di più che c'è ancora molto da fare. Quando si dice “si tenta come al solito di strumentalizzare facendo leva sui brutti episodi accaduti per mano del nazismo” si commette l'errore grossolano di derubricare a semplici “episodi” tutti gli orrori perpetrati da quella folle ideologia. E si dimentica il fascismo. Le legge razziali in Italia sono state promulgate dal fascismo, così come le “leggi fascistissime” che di fatto distrussero i pochi scampoli di libertà ancora presenti in Italia nel 1926. Senza dimenticare l'entrata in guerra e la repubblica sociale.
Lasciate che i nostalgici continuino a riciclare gadget fascisti, perché non è vietandone il commercio che sopprimerete quel senso di insoddisfazione..” si legge ancora nel comunicato. Può darsi, ma ci sentiamo di dissentire anche qui. I nostalgici non sono così innocui come si crede. I fatti di Firenze del 2011, con un duplice omicidio da parte di un simpatizzante di Casa Pound e l'omicidio dell'anno scorso a Fermo dimostrano che in Italia abbiamo dei problemi col razzismo. E che le frange dell'estrema destra sono un fertile bacino di cultura. Inoltre la legge Fiano non parla di gadget ma di propaganda fascista, con specifico interesse per quella via Internet.
A oltre 70 anni dai fatti ben noti, stiamo davvero ancora parlando di Fascismo?” si legge nel comunicato. Sinceramente noi preferiremo non parlarne, anzi preferiremo non aver senso di esistere come associazione antifascista in un paese che – avendo fatto bene i conti con la sua storia – potesse finalmente preoccuparsi di costruire un futuro migliore. E per costruire c'è bisogno di solide fondamenta. Ma purtroppo così non è. Anzi, proprio questa crisi economica, sociale e culturale fa riaffiorare spettri di un passato che sono stati vinti dalla storia ma che si ripresentano ora per alimentare pericolose “guerre fra poveri”.
Da Marzabotto, dalla nostra storia dovremmo ripartire e cercare di RESISTERE davanti ad un invasione incontrollata...” si legge infine nel comunicato.
Qui – ci scuserà il consigliere – ci rivolgiamo direttamente a Lei per chiederLe sommessamente di evitare di utilizzare i termini “RESISTERE” e “invasione” accanto a Marzabotto. Questo perché l'unica invasione che si ricordi a Marzabotto a memoria d'uomo è quella perpetrata dai nazifascisti a Monte Sole e che la Resistenza fu quella che fecero i nostri partigiani. Lo sappiamo che lei non ha nessun rispetto per la nostra storia ma almeno abbia RISPETTO per i nostri morti! Siamo disponibili a discutere con chi almeno si sforza di conoscere e rispetta la storia per quella che è stata. Se in Italia non c'è una legge sulle vittime del comunismo è perché quel partito in Italia non ha commesso stragi, non ha emesso leggi razziali, non ha ordinato guerre ma soprattutto risulta tra i firmatari (assieme agli altri partiti democratici) di quella Costituzione che è alla base del nostro vivere civile. Quella stessa Costituzione che contiene la norma contro la ricostituzione del partito fascista. Concludiamo con un pensiero di una nostra iscritta che ci pare importante condividere “rimuovere il dolore è un normale processo di sopravvivenza ma dimenticarne le cause è un errore da non commettere”.

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