domenica 18 marzo 2018

Cosa si propone il nuovo Testo Unico Forestale.

Suggerito da Marco:
Tutela e valorizzazione del patrimonio forestale. Ma anche promozione delle sue filiere produttive, ambientali e socio-culturali. Queste le priorità del nuovo Testo unico forestale (detto anche Codice forestale), approvato ieri in Consiglio dei ministri, che punta a incrementare la filiera legno nel suo complesso e la gestione attiva del patrimonio boschivo, oggi afflitto da carenze tali da compromettere l’assetto idrogeologico del paese, favorire la diffusione di fitopatologie e lasciare senza manutenzione vaste aree. Al punto da mettere a rischio la vita delle popolazioni locali, sempre più esposte ad incendi; già, perchè nel solo 2017 sono andati a fuoco in Italia 141mila ettari di boschi (+ 316% rispetto alla media dei 9 anni precedenti). Il testo – un dlgs attuativo della legge sulla competitività agroalimentare (legge 154/ 2016) - dopo una gestazione di oltre due anni, andrà ora alla firma del Presidente della repubblica, poi in Gazzetta Ufficiale. La ricaduta economica dovrebbe riguardare le comunità locali: Coldiretti stima che potrebbe generare  fino a 35 mila nuovi posti di lavoro. Del resto, oggi i boschi coprono praticamente un terzo della superficie del Paese. Secondo Uncem (l’Unione degli enti montani) si tratta di 12 milioni di ettari (e 90 mld di euro di gettito potenziale);  Coldiretti-Federforeste, invece, stima le superfici boschive italiane in 10,9 milioni di ettari; in ogni caso circa il doppio rispetto a quelle censite al tempo dell’Unità d’Italia (5,6 mln di ettari). Ma, andando nello specifico, cosa fa il nuovo codice? Intanto, supera l’impianto disegnato dal dlgs 227/ 2001. Come? Andiamo per punti:
- promuove su tutto il territorio nazionale tutela e gestione attiva e razionale del bosco;
- rafforza l’attività di coordinamento dello Stato nei confronti di regioni e autonomie locali in materia forestale;
- formula indirizzi nazionali su programmazione, pianificazione, tutela e gestione attiva del patrimonio forestale;
- detta criteri normativi e operativi minimi e comuni per tutto il territorio;
- porta in ambito internazionale e Ue un’unica posizione nazionale sulle foreste.
E non è finita. Il nuovo dlgs promuove attività agro-silvo-pastorali, razionale utilizzo del suolo e recupero produttivo di proprietà fondiarie frammentate e terreni incolti o abbandonati. Per Uncem, il nuovo Codice forestale «va letto in parallelo con la legge sui piccoli comuni», che consente a  unioni di comuni e montane di innescare sviluppo locale con la green economy. Ma il cuore è la risorsa legname. Per Coldiretti l’Italia oggi importa l’80% del legno da altri paesi (11,8 mld di chili nel solo 2017), ma ogni anno utilizza solo il 25% della nuova superficie boschiva: «Per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano 25, mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa». In Austria si supera addirittura il 90%.

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dopo lo scioglimento del corpo forestale che preveniva e controllava tagli indiscriminati adesso questo pseudocodice che permetterà a grandi multinazionali di segare tutto il segabile, con la scusa delle new economy ecc ecc. Poi ci meravigliamo di dissesto idrogeologico, frane e smottamenti sulle nostre montagne, lasciate senza copertura arborea a subire piogge e nevicate aumentate esponenzialmente di livello e intensità. Questo è un governo che dovrebbe occuparsi solo degli affari correnti invece è ancora lì a decretare e legiferare e specialmente a fare DANNI.