domenica 19 novembre 2017

Battistini in Molise per ricordare una tappa della nascita dell'Europa.

di Morris Battistini

in Molise per il 60esimo dei Trattati di Roma.


È stato un bell’evento quello che si è tenuto ieri a Cerro al Volturno in Molise. Uno dei 21 eventi a carattere nazionale che ha visto l’amico Gabriel Paolone,nominato Ambasciatore d’Europa per il Molise, organizzatore di un incontro intitolato NATIVI EUROPEI! Appena mi hanno contattato chiedendomi di presenziare all’evento ho subito reso la mia disponibilità all’amico Molisano con cui da diversi anni condivido molti incontri in giro per tutta la Nazione insieme ad ANCI GIOVANI. Questo per il rispetto che nutro verso di lui, questo perché il Molise è una terra che amo particolarmente. Sono stato onorato che fra 21 regioni sia stata scelta la mia attraverso la mia persona nell’analogo titolo di Ambasciatore d’Europa dell’Emilia Romagna per portare un punto di vista alternativo in chiave Europea. Giunto al bellissimo castello in cui si è tenuto l’evento ho avuto modo di palesare la fierezza di avere a capo dell’Europarlamento un uomo come il Presidente Antonio Tajani. Sono poi intervenuto con il pensiero che vi lascio di seguito, rimarcando a termine dello stesso, la mia fierezza patriota che da vero Europeista non mi fa venir meno però nel rimarcare che ancora prima viene la mia Italianità!
Questo il mio intervento:

Credo che, in un momento così solenne, sia necessario riflettere sul significato dell'Unione europea.
I sessant'anni trascorsi dalla firma del trattato di Roma rappresentano il più lungo periodo di pace, democrazia e nella storia del nostro continente.
Uno sforzo eclatante, che i padri fondatori dell'Unione Europea, hanno compiuto in uno spirito di concordia.
Sono giovane, e ricordo quando solo ieri studiavo sui libri di storia che a metà del secolo scorso, gli eserciti in Europa si combattevano l'uno contro l'altro. Oggi i nostri militari partecipano a missioni umanitarie e di pace, in tutto il mondo.
Quando sono stati firmati i Trattati di Roma esistevano ancora le dogane, ogni Stato aveva la propria moneta e studiare all'estero, o viaggiare in aereo, per molti, era un lusso. Oggi sappiamo che il mercato interno ha reso possibile una crescita economica straordinaria. L'euro è la moneta della maggior parte degli Stati membri dell'Unione. La generazione Erasmus e i voli "low-cost" sono la norma e non l'eccezione.
Mi preme però sottolineare che l'Unione europea non è soltanto una questione di banche e non è soltanto l'euro. Tutt’altro! 
E’ soprattutto la difesa dei nostri valori: la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, il rispetto dello Stato di diritto e la difesa dei diritti umani, per citarne solo alcuni.
Quando qualcuno alimenta la discordia ignorando deliberatamente le leggi, credo sia necessario ricordare l'importanza del rispetto dello Stato di diritto.
Adesso noi europei non discutiamo con le armi: lo facciamo intorno a un tavolo, negoziando in base a regole condivise da tutti, dialogando entro i limiti del diritto. 
Nell'Unione europea nessuno penserebbe di eludere le norme approvate di comune accordo tra tutti. Ovviamente i trattati possono essere modificati, come è stato fatto varie volte con il trattato di Roma, che è poi divenuto il trattato di Lisbona. Tuttavia, fino a quando il diritto non sarà modificato, il suo rispetto non è una possibilità ma un obbligo.
L'Unione è inoltre sinonimo di solidarietà.
E’ un aspetto che merita di essere rammentato in un periodo in cui gli egoismi nazionalisti tornano a galla. Il valore del consenso costituzionale ed europeo rappresenta di per sé un bene che non possiamo mettere in pericolo.
Signori,  la concordia consiste nel tendere sempre la mano alla comprensione, nell'essere disposti a trovare un accordo, nella ricerca del bene comune, nel rendersi conto che la difesa della nostra unità nella diversità ci rende più forti.
Questo è il cammino europeo.
Bisogna che guardiamo con lungimiranza nel futuro, noi giovani lo dobbiamo fare. È un dovere che abbiamo. 
La scelta che abbiamo dinnanzi a noi non è tra Europa sì o Europa no, ma è piuttosto in quale misura contribuire al futuro dell'Unione europea.
A mio avviso, occorre basarsi su due pilastri.
Il primo, è difendere sempre i valori europei. Bisogna farlo senza timidezza all'interno e all'esterno delle nostre frontiere, senza timore di denunciare situazioni inaccettabili come, ad esempio, quella che vive adesso il popolo venezuelano.
Il secondo è mettere molto di più i cittadini al centro di ogni azione politica. L'Unione europea non è un progetto elitario. Al contrario, è nata e si è evoluta per garantire il benessere di tutti i cittadini.
Stiamo uscendo da una delle peggiori crisi mai affrontate, ma ne verranno altre.
Alcuni in Europa, come i populisti e i nazionalisti, sprecano le loro energie e le loro risorse per separarci. Farebbero meglio invece ad adoperarsi per la concordia.

Dico questo perché noi Italiani crediamo nell’Europa, perchè come disse qualcuno più importante di me, non c’è Italia senza Europa ma non c’è Europa senza Italia.”



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